La Corte di Cassazione (Cass. Civ., III sez., 18 settembre 2008, n° 23846) si è pronunciata in tema di risarcimento danni nell'ambito di errore medico, con particolare riferimento all'errore derivante dall'omessa diagnosi.
- Questa la vicenda: Tizia si reca in ospedale lamentando forti dolori alla schiena ed all'addome. Viene dimessa con una diagnosi di bolle d'aria di natura nervosa. Persistendo i dolori, a distanza di un mese, viene visitata da un medico privato il quale diagnostica una grave neoplasia al pancreas, con metastasi epatiche. La Signora viene quindi sottoposta ai trattamenti clinici del caso. Tizia decede a distanza di un anno.
La Suprema Corte ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni considerando che l'omessa diagnosi di un processo morboso terminale, determinando un ritardo della possibilità di esecuzione di tale intervento, cagiona un danno alla persona per aver dovuto sopportare le conseguenze del processo morboso nonchè il relativo dolore. Cagiona, altresì un danno risarcibile, qualora determini al paziente la perdita di chance di conservare durante il decorso della malattia, una migliore qualità di vita e la chance di vivere alcune settimane o alcuni mesi in più. Integra, infine, danno risarcibile alla persona, poichè non mette il paziente in condizioni di programmare il suo essere persona in vista dell'esito infausto della malattia.
Avvocato Denise Canu
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